, Creone Boezio di Calastea, si presentò alle corti dei principi con un ambizioso quanto incerto progetto: partire verso ovest solcando il mare aperto alla ricerca di nuove terre. L'intraprendente niviano aveva bisogno di un mecenate per la costruzione della nave ammiraglia della spedizione, che trovò nel munifico Barone Magno Demone Cipridi in accordo con gli uomini dei clan di
che fornirono legname e scorte di cibo per il viaggio.
Il vascello in testa alla spedizione fu così battezzato "Magno Demone Falco dei Mari" e partì da Vigezia sul finire del Carminio del 1157. Da allora nessuno ha più avuto notizie del capitano e della sua spedizione e, passati ormai due anni, si disperava che il viaggio esplorativo potesse aver avuto successo...
Fin dai tempi del dominio di Valleterna sulle Terre Spezzate, ogni anno il Re con un bando convocava l'esercito, e tutti i Principi accorrevano nella capitale, con Baroni, Cavalieri e i loro armati. Era una dimostrazione di forza per il Re e un'occasione per i vassalli fedeli di rinnovare l'omaggio alla Corona.
Con le generazioni il Bando Reale divenne una tradizione, reintrodotta cinquant'anni fa dal nonno dell'attuale Re, Caio Magno dei Gastaldi. Da allora ogni anno Sua Maestà indice il Bando Reale e nobili, scapestrati e gentiluomini provenienti da ogni dove si riuniscono per diversi giorni in un grande accampamento nei pressi di Dimora.
Nella prima decade del mese di Carminio 1259, durante i festeggiamenti a Venalia per il ritorno della Magno Demone Falco dei Mari, il Primo Cavaliere di Sua Maestà Ser Tancredi Roncaglia, ha annunciato a tutti i Principati la convocazione del Bando Reale. In seguito alla sanguinosa guerra per il trono che ha scosso le Terre Spezzate l'anno scorso, il novello Re appare infatti desideroso di riunire i principi ed i propri vassalli nelle terre della Corona per rafforzare l'unità del regno. In concomitanza con l'annuncio è giunta però un'accorata supplica dalle terre di Meridia a Sua Maestà.
Il Principe Temistocle degli Alessandridi ha riferito che la città di Ambra versa in grave pericolo: le mostruose creature che infestano la foresta d’Altorovo si sono infatti terribilmente moltiplicate e le loro scorrerie minacciano la città più antica delle Terre Spezzate. I nobili ed il popolo meridi hanno dunque scongiurato il Re di riunire le sue armate e quelle dei suoi fedeli sudditi nel lontano sud, al limitare della foresta, per far barriera giorno e notte contro le orde che minacciano Ambra.
La risposta di Re Aureliano non ha tardato a giungere, poiché il primo dovere di un Re è verso i suoi sudditi. Nel giro di pochi giorni le squillanti voci dei banditori reali riempiono già le piazze delle Terre Spezzate...
Il Ritorno della Magno Demone
Nell'
estate del 1257 un temerario capitano di nave originario di
Venalia,
Creone Boezio di Calastea, si presentò alle corti dei Principi con un ambizioso quanto incerto progetto: partire verso ovest solcando il mare aperto alla ricerca di nuove terre. L'intraprendente
Niviano aveva bisogno di un mecenate per la costruzione della nave ammiraglia della spedizione, che trovò nel munifico Barone
Magno Demone Cipridi in accordo con gli uomini dei clan di Altabrina che fornirono legname e scorte di cibo per il viaggio.
Il vascello in testa alla spedizione fu così battezzato "Magno Demone Falco dei Mari" e partì da
Vigezia sul finire del Carminio del 1257. Da allora nessuno aveva più avuto notizie del capitano e della sua spedizione e, passati ormai due anni, si disperava che il viaggio esplorativo potesse aver avuto successo. Era una limpida mattina d’inizio estate quando, nello stupore generale, il vascello di Creone Boezio fece il suo ingresso nel porto di Vigezia e fu accolto con sorpresa e meraviglia. La Basilissa
Desdemona Alcestidi non tardò ad indire una grande festa nell’Oltremura in cui il capitano tornato dal “nuovo mondo” avrebbe mostrato e messo all’asta alcune delle rare e misteriose merci raccolte durante la spedizione: piante esotiche e sconosciute, minerali e gemme, esemplari di insetti e piccoli animali e, con grande sorpresa degli astanti, incisioni su pietra nell’
antica lingua degli uomini del mare. Nella frescura dell’Oltremura i principati si sfidarono in un’asta all’ultimo scudo pur di assicurarsi semi, piante e gemme preziose provenienti dalle terre oltre il Mar del Vespro. Allora nessuno immaginava che, oltre all’ardito capitano,
qualcun altro fosse tornato dal “nuovo mondo”...
Gli uomini di Meridia festeggiarono anche l’arrivo del mago
Davide Diamanti che disse di essere fuggito dai briganti che l’avevano catturato lungo la strada che da Roccamagna porta a Piazza del Sole; passarono però solo pochi minuti prima che i presenti capissero che il Merida era diventato un
Avvizzito e che questi spargesse caos e devastazione, per poi fuggire dalle terre di Venalia.
La convocazione del Bando Reale
Fin dai tempi del dominio di Valleterna sulle Terre Spezzate, ogni anno il Re con un bando convocava l'esercito, e tutti i Principi accorrevano nella capitale, con Baroni, Cavalieri e i loro armati. Era una dimostrazione di forza per il Re e un'occasione per i vassalli fedeli di rinnovare l'omaggio alla Corona. Nel 1259 il Re rinnovò la tradizione e tutti i Principi giunsero, insieme alle loro corti, nei dintorni della città di
Ambra.
I valorosi qui giunti si trovarono di fronte a molte e inattese avversità. Gli antichi spettri degli
Adusti, che da secoli infestavano le vicine rovine di
Salamandra, si erano risvegliati causando terribile agitazione tra le creature della
foresta di Altorovo che, rese folli dalla paura, minacciavano la stessa città di Ambra. Gli uomini che avevano risposto alla chiamata del Re furono costretti a un’eroica resistenza contro
gibboni e
uomini bestia che continuarono ad assaltare per l’intera notte. Tutti uscirono provati e malconci dai durissimi scontri, tranne gli uomini dell’accampamento di Neenuvar e Venalia che, forse grazie all’aiuto degli Scudi d’Argento, forse grazie al loro proprio valore, respinsero le orde della foresta senza colpo ferire.
Per debellare gli antichi spettri, l’indomani alcuni valorosi intrapresero una marcia; così ne parla il
Bruto Cerbero, di Meridia:
- “La città di Ambra è stata difesa durante la notte, e di ciò dobbiamo essere grati a tutti i Principati Inoltre ho partecipato alla marcia nelle foreste di Altorovo per capire quale fosse il motivo di tante bestie e tanti attacchi ad Ambra.
- Lungo la strada abbiamo incontrato uno Spettro con la Corona, di cui subito ho avuto il sospetto che fosse stato un Eliarca, e grazie ai racconti di mia madre (che i Quattro l'abbiano in gloria), mi sono ricordato della caduta di Salamandra, e con un po’ di fortuna e andando a tentativi sono riuscito a ricordarmi il nome dell'Eliarca: Crisostomo!
- Quando gliel’ho rimembrato lui ci ha spiegato che la foresta non sarebbe mai stata pacificata se non si fosse pacificato l'anima di Arolfo, figlio del capo degli uomini del Mare che volevano conquistare la città, ucciso con l'inganno prima della resa della città. Esso sarebbe potuto essere richiamato solo con il suo Corno. Lo abbiamo ritrovato e lo abbiamo sconfitto.”
Inoltre da lungo tempo almeno tre Principi erano all’affannosa ricerca del leggendario
Tesoro del Lago e sapevano che nei pressi di Ambra era sepolto
Ezra il Cercatore, l’uomo che più di ogni altro aveva cercato, invano, il mitico tesoro. La tomba di Ezra si rivelò essere un vasto complesso di gallerie, protetto da trappole ed enigmi: addirittura, il
colosso di roccia che ne bloccava l’ingresso prese vita e assalì gli intrusi con inaudita violenza prima di essere finalmente distrutto. Gli uomini di Venalia, Neenuvar, Corona e Meridia, tra cui si annoverano
Bacco detto il Fortunato,
Ahren Quel'Zaress Hyarin,
Persefone di Candia, Talia e Dama
Dulcinia Vizzamano, che ebbero la tenacia di proseguire fino in fondo, non solo trovarono gli scritti di Ezra sul Tesoro del Lago, ma anche il ricco bottino accumulato in vita dal Cercatore.
Un altro evento importante durante il Bando Reale fu la
Disfida combattuta tra gli uomini di
Altabrina e di
Valleterna per risolvere la disputa di
Riparossa. Nonostante il grande impegno e il molto argento profusi dai Valniani nel disperato tentativo di prevalere, i fieri guerrieri del nord si batterono con coraggio e conquistarono il campo.
Infine, il Guardiacaccia
Giustino riferì quanto segue:
- “Inoltre è stata avvistata una strana creatura simile a una lucertola, di colore verde, che sembra appartenere ad una razza di bestie non ancora conosciute (anche perché molto abili a nascondersi). Ho partecipato personalmente alla battuta di caccia nei dintorni del campo di Meridia e Altabrina alla ricerca di questa creatura, ma nonostante il mio aiuto se ne sono perse le tracce”
I suoi superiori non potevano immaginare che la strana lucertola era la prima di
un’intera razza che, incuriosita dalle navi di Creone Boezio, stava giungendo dal “Nuovo Mondo”...
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Novità e Dicerie
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